Nell'eterna lotta tra bene e male non ci sono vincitori nè vinti.
Colui che dovrebbe essere il rappresentante del bene in realtà è malefico, mentre invece il fautore del male paradossalmente funge da essere benefico.
In un contesto dove tutto è ribaltato e dove niente sembra avere senso in termini di logicità, una nota stonata è ritrovabile nella disamina della relazione amorosa tra i due protagonisti: l'archetipo di sempre vince su tutto e tutti... e il triangolo, sì, questa volta l'avevo considerato e soprattutto previsto.
Ci salva la visione onirica, che con impeto e ed empatia fa da sfondo a tutte le altre figure, sovrastandone talvolta la scena e la sceneggiatura e proponendone spunti proiettivi.
"Specchio specchio delle mie brame, chi faccio sognare nel mio reame?
Don't dream it, be it!"
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