lunedì 24 marzo 2008

ANNISETTANTA: il decennio lungo del secolo breve


Io sono sempre l'ultima in tutto, e anche in questa occasione non mi sono smentita: sono andata a vedere questa mostra fantastica solo oggi, 23 marzo,e non per merito mio, ma grazie all'amico Poliosargamella! Peccato solo che sia presente alla Triennale di Milano dal 27 ottobre... ma non importa... l'importante è che ci sono andata... e per chi è interessato, e vuole essere veramente l'ultimo, ricordo che ha tempo ancora sino al 30 marzo!
La mostra è stupenda, è allestita tenendo conto della sinergia dei sensi, è un elogio alla sinestesia: musica, video, parole, immagini... potete trovare tutto ciò in unica stanza.
Ci sono un paio di stanze a dir poco geniali: i protagonisti dell'opera siamo proprio noi, ma nello stesso momento in cui siamo chiamati ad essere soggetti passivi in quanto facenti parte dell'opera d'arte siamo anche oggetti attivi: fruitori della bellezza di noi stessi e di quello che vogliamo esprimere.
Anche qui il nostro amato Freeman la fa da padrone.... tutta la mostra è leggibile con le sue teorie!
C'è un paradosso fantastico: gli anni 70' fanno da sfondo, e noi omini del 2008 siamo la figura, ma il distacco tra il nostro tempo e quello passato non è così netto, riusciamo lo stesso a immergerci in quel periodo... quando entriamo nella stanza bar ci sembra di essere nel bar del paesino di campagna che è ancora così, improntato sulle orme degli anni '70, oppure per chi come me è appasionato di cinema, ci sembra di essere nel mitico bar dove Freccia dialogava coi suoi amici nel fantastico film Radiofreccia.
Ritroviamo i giornalini dei Barbapapà, tanto in voga tra i bimbetti di oggi; ci immergiamo tra i giornali appesi...anche oggi siamo bombardati incessantemente di notizie senza avere il tempo di rielaborarle con calma, oppure vediamo sul muro una faccia fissa, che però, in base alle proiezioni fatte, riesce a mutare e a caratterizzare di quel tocco di unicità, che porta in sè ognuno di noi; anche oggi siamo classificati, globalizzati in una grande massa, ma ognuno di noi ha la sua specificità!
E in tutto questo percorso un mito ci segue: Fabrizio De Andrè: sui muri ci sono le sue frasi più belle, e a voi, miei lettori voglio regalare questa:
"...O resterai sempre dove un attimo vale un altro,senza chiederti come mai?Continuerai a farti scegliere, o finalmente sceglierai?"





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